martedì 27 novembre 2007

Veglia in difesa dei luoghi di culto di tutte le fedi


martedì 27 novembre 2007
ore 19.00

via S. Antonio 5 - Milano

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3 commenti:

redazione ha detto...

Cristiani, ebrei, musulmani e credenti di tutte le fedi e tradizioni religiose vogliono riaffermare il valore del rispetto per tutti i luoghi dove ci si riunisce per pregare insieme. Negli ultimi mesi sono stati numerosi in Lombardia gli attentati e i gesti vandalici verso centri islamici; ancora oggi le sinagoghe in ogni parte del mondo sono oggetto di violenza; in vari paesi le chiese cristiane vengono attaccate. Le violenze contro i luoghi di culto indeboliscono le radici profonde della convivenza.

Insieme vogliamo riaffermare, in una veglia di solidarietà con testimonianze e letture, la necessità del dialogo tra le fedi e le religioni e il rispetto per tutti i luoghi di preghiera.

Intervengono
Rav. Giuseppe Laras, Presidente dell’Assemblea Rabbinica d’Italia
Abdelhamid Muslih, Portavoce della Comunità islamica di Abbiategrasso
Issam Mujaed, Vicepresidente della Comunità islamica di Brescia
Don Gianfranco Bottoni, Arcidiocesi di Milano - Ufficio ecumenismo e dialogo
Pastore Martin Ibarra, Chiesa Evangelica Battista di Milano

Partecipano
Arcidiocesi di Milano - Ufficio ecumenismo e dialogo; ACLI; AGESCI; Associazione Culturale Islamica “Alif-Baa”- Abbiategrasso; Azione Cattolica Milano; CADR; Caritas Ambrosiana; Casa della Carità; Casa della cultura islamica di Milano; Chiesa Evangelica Battista; Chiesa Evangelica Valdese di Milano; Comunità di Sant’Egidio; Comunità Islamica di Brescia e Provincia; Comunità Nocetum; Frati Minori di S. Angelo; Giovani Musulmani d’Italia; Comunità Scalabriniana di Milano; FGEI - Milano; Istituto culturale islamico di Milano; Istituto Missioni Consolata – Milano; Missionari Comboniani; Movimento dei Focolari; Padri Agostiniani dell’ordine di S. Agostino; Padri Sacramentini Milano; Pax Christi; Rinnovamento dello Spirito; Unione Giovani Ebrei d’Italia; Yalla Italia

redazione ha detto...

Da Avvenire mercoledì 28 novembre 2007 (Cronaca di Milano)

VEGLIA INTERRELIGIOSA PER I LUOGHI DI CULTO VIOLATI

All’incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio rappresentanti di fedi diverse hanno denunciato l’ “immoralità” degli atti di intolleranza

di Annalisa Guglielmino

Luoghi di fede e di speranza. Eppure violati, devastati, offesi. Che siano moschee, sinagoghe, chiese, è un’ “indegnità” contro la quale Milano, rappresentata in tutte le tradizioni religiose che compongono, ieri ha sostato in una veglia di solidarietà. Erano 300 le persone in preghiera e riflessione nella Casa Schuster di via S. Antonio, consapevoli che non serve andare lontano nel tempo e nello spazio per ritrovare la “memoria” dei luoghi di culto di religioni diverse usati come bersaglio di battaglie ideologiche: l’ultimo episodio nostrano è quello del 24 ottobre ad Abbiategrasso, una bottiglia incendiaria lanciata contro il centro Alif Baa. Altri sette attentati dimostrativi si sono verificati negli ultimi mesi tra Milano, Segrate e Brescia, sempre contro centri islamici o moschee. Luoghi simbolo. Pezzi, come ogni luogo di culto, della storia di uan comunità, che colpire è “un’immoralità” secondo il Presidente dell’Assemblea rabbinica d’Italia, Rav Giuseppe Laras, tra i partecipanti all’incontro organizzato dalla Comunità di S. Egidio. Con l’ex rabbino capo di Milano, sono intervenuti anche Abdelhamid Muslih e Issam Mujahed, rappresentanti rispettivamente delle comunità islamiche di Abbiategrasso e di Brescia, proprio quelle colpite da atti di intolleranza, convinti tuttavia, nelle parole di Mujahed, che “si tratti di sentimenti isolati, che non rispecchiano la cultura degli italiani, o nel caso specifico dei bresciani”. Anche Gianfranco Bottoni, responsabile diocesano per l’ecumenismo e il dialogo, ha espresso la convinzione che “non ci possiamo dire cristiani senza mettere in atto l’accoglienza”. Ogni “forma di rifiuto è immorale”, e la denuncia è stata condivisa dai rappresentanti delle Chiese cristiane di Milano, come Martin Ibarra, pastore della Chiesa evangelica battista. Tra i canti delle tradizioni religiose presenti in città, il pensiero dei tanti giovani e adulti di ogni fede è andato ieri sera al proprio “luogo” di intimità con Dio. “Rifugio per chi è senza rifugio, sicuro approdo per i perseguitati, per chi è ferito, impaurito e sanguinante”, recitava la lettura islamica sulla moschea della Mecca. Una testimonianza del pensatore Heschel ha raccontato invece le emozioni di chi entra in sinagoga per pregare: “un ebreo si rende conto che i momenti religiosi più salienti della sua esistenza sono accaduti durante la preghiera”. Così come i cristiani, lo diceva già san Cipriano, pregano “in comunione gli uni con gli altri”, nello stesso luogo e non “individualmente e a parte”, perché Dio “riunisce nella stessa casa quelli che hanno un solo cuore”.

Anonimo ha detto...

Tante volte sento dire che ultimamente ci sono troppi incontri interreligiosi. Purtroppo iniziative di questo genere sono necessarie, oggi come non mai. Io credo nella loro importanza. Rispetto ad altre iniziative, la veglia di martedì sera aveva un qualcosa in più. Non si è parlato infatti della possibilità di un dialogo interreligioso... anzi, la possibilità del dialogo, martedì sera, era una realtà in atto. L'incontro tra le diverse fedi ha rappresentato la condizione necessaria per affrontare, attraverso letture e interventi, una questione molto delicata, e cioè quella inerente ai luoghi di culto. Grazie a questa occasione, e spero ce ne saranno tante altre, abbiamo condiviso valori comuni che ci stanno a cuore: la pace e il rispetto per i luoghi sacri. Come ragazza credente e rispettosa di tutti gli spazi in cui i fedeli vivono la propria devozione, esprimo un profondo rammarico ogni volta che sento parlare di episodi vandalici. La frequenza di queste azioni rischia di rendere sempre più le persone indifferenti. Per combattere ed evitare di cadere nella trappola di bendarsi gli occhi e di lasciare che tutto proceda restando fermi e passivi, ogni uomo che crede nel valore della pace deve impegnarsi, senza differenza alcuna.
Dall'altra parte, però, non bisogna farsi intimorire da avvenimenti infelici. Ognuno, nel suo piccolo, cerca di costruire un ponte. Alla prima difficoltà si trema, si ha paura, si crede di aver sprecato energia, inutilmente. Qui sbagliamo. Facciamo in modo che quel ponte non diventi un muro e impegnamoci affinché i piccoli sforzi di ognuno di noi possano portare ai frutti sperati.