Gianni (Associna-Genti di Pace-j), che abbiamo sentito all'inauguarzione di Genti di Pace-j, racconta di come le seconde generazioni degli immigrati siano una chiave per l'integrazione perchè "le amicizie smussano le diffidenze e abbattono i pregiudizi. C'è bisogno di tempo e di iniziative che facciano da ponte fra le due culture."
Da un articolo del Corriere della Sera (25 marzo 2008)
Corriere della Sera, 25 marzo 2008 di Marta Ghezzi
«Bisogna abbattere i pregiudizi» A spasso per Chinatown con l'ingegner Lin Jianyi, 27 anni: «L'integrazione è dietro l'angolo». Visita guidata per scoprire Sarpi e dintorni al di là delle leggende e dei cliché
Per alimentarsi una leggenda metropolitana dev'essere assurda e sensazionale. Tipo: i cinesi non muoiono. La fola gira di bocca in bocca e diventa sempre più fantastica. Gianni, cinese di seconda generazione, ha 27 anni e si è appena laureato al Politecnico di Milano. Battuta pronta, slang «colto » e tanta voglia di confutare i falsi miti sulla comunità cinese. Sabato prossimo Gianni (Jianyi) Lin sarà la guida per la visita alla Chinatown milanese promossa da Terre di Mezzo (ritrovo ore 15.30, iscrizioni allo 02.58.11.83.28 o a volontarimilano@terre.it). Da piazza Gramsci a Paolo Sarpi, Rosmini, Giordano Bruno. Chiacchiere a ruota libera fra le bandiere arancioni di ViviSarpi e i contestati carrelli dei grossisti. «Non è un giro turistico e l'obiettivo non è la conoscenza dei singoli esercizi. È l'occasione per guardarsi in giro con occhi diversi, fare domande e tornare con risposte non stereotipate». Giusto. Allora i morti ci sono o no? «Eccome, solo sono pochi. La spiegazione è anagrafica: il boom dell'immigrazione ha coinciso con la prima sanatoria, nel 1986. Il numero basso di decessi è da imputare al fatto che la popolazione è giovane: l'età media è 30 anni e un quarto dei quindicimila cinesi-milanesi ha meno di 18 anni. E comunque le tombe ci sono: al Maggiore, a Lambrate, al cimitero di Bruzzano. Basta andare a vedere». Perché i cinesi ignorano gli italiani? «Non tutti. I primi cinesi sono arrivati dalla Francia negli anni Trenta e ci sono stati molti matrimoni misti. Il problema riguarda soprattutto le nuove "prime generazioni". Adulti arrivati in Italia per miseria, con un unico pensiero: lavoro, lavoro, lavoro. Quindi: poco tempo e purtroppo poco interesse per il resto. Inoltre per queste persone emigrate in età adulta lo scoglio della lingua è stato spesso insormontabile». La nascita degli esercizi commerciali all'ingrosso ha stravolto il quartiere e imposto a chi deve comprare pane e latte giri lunghi. «Noi giovani capiamo certi disagi, ma le licenze sono state date regolarmente e in modo continuativo dalla metà degli anni Novanta. Ed era chiaro che sarebbe nato un polo commerciale di quel tipo. È giusto che chi ha pagato e investito in un'attività commerciale, si senta dire "vattene"? E poi non c'è solo l'ingrosso, ma agenzie viaggi, parrucchieri, librerie, elettronica, alimentari». Futuro grigio quindi? «No, all'integrazione si arriva, ma con le nuove generazioni. E' la solita vecchia storia: le amicizie smussano le diffidenze e abbattono i pregiudizi. C'è bisogno di tempo e di iniziative che facciano da ponte fra le due culture, per esempio come AssoCina, di cui faccio parte. All'inizio era un forum per ragazzi e ragazze con uno stesso percorso di vita, poi sono nate le collaborazioni. Qui a Milano il China Film Festival con Eventi, Living Together con Sant'Egidio, e ora Terre di Mezzo. La visita di sabato 29 sarà l'occasione per fare controinformazione. Ci teniamo, tutti. Titoli come "l'invasione gialla" fanno male».
Per leggere l'intervento di Gianni all'inaugurazione di Genti di Pace-j: http://mondomisto.blogspot.com/2007/12/interventi-dellinaugurazione-di-genti.html
"Amori bicolori. Racconti" di M. Masri, I. Mubiayi, Z. Qifeng, I. Scego
"Bilal. Il mio viaggio da infiltrato nel mercato dei nuovi schiavi" di Fabrizio Gatti
"Convivere" di Andrea Riccardi
"Dead Man Walkin" di Sister Helen Prejean
"Disintegrati. Storia corale di una generazione di immigrati" di A. Djouder
"Eloi, Eloi" di A. Custovic
"Eurafrica" di Mario Marazziti e Andrea Riccardi
"E’ la vita, dolcezza" di G. Kuruvilla
"Italiani a metà. Giovani stranieri crescono" di R. Ricucci
"Italiani per vocazione" di I. Scego
"L'identità" di Amin Maalouf
"L'orda, quando gli albanesi eravamo noi" di Gian Antonio Stella
"La città avrà i miei occhi" di D. Cologna, A. Granata, E. Granata, C. Novak, I. Turba
"Legami di nuova generazione, Relazioni familiari e pratiche di consumo tra i giovani discendenti di migranti" di Leonini e Rebughini
"Letterature migranti e identità urbane. I centri interculturali e la promozione di spazi pubblici di espressione, narrazione e ricomposizione identitaria" di M. Traversi, M. Ognissanti
"Londonstani" di G. Malkani
"Madre piccola" di Ali Farah
"Non chiamarmi zingaro" di Pino Petruzzelli
"Oggi forse non ammazzo nessuno. Storie minime di una giovane musulmana stranamente non terrorista" di R. Ghazy
"Oltre Babilonia" di I. Scego
"Porto il velo, adoro i Queen" di Sumaya Abdel Qader
"Quando nasci è una roulette. Giovani figli di migranti si raccontano" di I. Mubiayi, I. Scego
"Rometta e Giulieo" di J. M. Gangbo
"Salaam Italia" di K. Chaouki
"Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio" di A. Lakhous
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Corriere della Sera, 25 marzo 2008
di Marta Ghezzi
«Bisogna abbattere i pregiudizi»
A spasso per Chinatown con l'ingegner Lin
Jianyi, 27 anni: «L'integrazione è dietro l'angolo». Visita guidata per scoprire Sarpi e dintorni al di là delle leggende e dei cliché
Per alimentarsi una leggenda metropolitana dev'essere assurda e sensazionale. Tipo: i cinesi non muoiono. La fola gira di bocca in bocca e diventa sempre più fantastica. Gianni, cinese di seconda generazione, ha 27 anni e si è appena laureato al Politecnico di Milano. Battuta pronta, slang «colto » e tanta voglia di confutare i falsi miti sulla comunità cinese. Sabato prossimo Gianni (Jianyi) Lin sarà la guida per la visita alla Chinatown milanese promossa da Terre di Mezzo (ritrovo ore 15.30, iscrizioni allo 02.58.11.83.28 o a volontarimilano@terre.it). Da piazza Gramsci a Paolo Sarpi, Rosmini, Giordano Bruno. Chiacchiere a ruota libera fra le bandiere arancioni di ViviSarpi e i contestati carrelli dei grossisti. «Non è un giro turistico e l'obiettivo non è la conoscenza dei singoli esercizi. È l'occasione per guardarsi in giro con occhi diversi, fare domande e tornare con risposte non stereotipate».
Giusto. Allora i morti ci sono o no? «Eccome, solo sono pochi. La spiegazione è anagrafica: il boom dell'immigrazione ha coinciso con la prima sanatoria, nel 1986. Il numero basso di decessi è da imputare al fatto che la popolazione è giovane: l'età media è 30 anni e un quarto dei quindicimila cinesi-milanesi ha meno di 18 anni. E comunque le tombe ci sono: al Maggiore, a Lambrate, al cimitero di Bruzzano. Basta andare a vedere». Perché i cinesi ignorano gli italiani? «Non tutti. I primi cinesi sono arrivati dalla Francia negli anni Trenta e ci sono stati molti matrimoni misti. Il problema riguarda soprattutto le nuove "prime generazioni". Adulti arrivati in Italia per miseria, con un unico pensiero: lavoro, lavoro, lavoro. Quindi: poco tempo e purtroppo poco interesse per il resto. Inoltre per queste persone emigrate in età adulta lo scoglio della lingua è stato spesso insormontabile».
La nascita degli esercizi commerciali all'ingrosso ha stravolto il quartiere e imposto a chi deve comprare pane e latte giri lunghi. «Noi giovani capiamo certi disagi, ma le licenze sono state date regolarmente e in modo continuativo dalla metà degli anni Novanta. Ed era chiaro che sarebbe nato un polo commerciale di quel tipo. È giusto che chi ha pagato e investito in un'attività commerciale, si senta dire "vattene"? E poi non c'è solo l'ingrosso, ma agenzie viaggi, parrucchieri, librerie, elettronica, alimentari». Futuro grigio quindi? «No, all'integrazione si arriva, ma con le nuove generazioni. E' la solita vecchia storia: le amicizie smussano le diffidenze e abbattono i pregiudizi. C'è bisogno di tempo e di iniziative che facciano da ponte fra le due culture, per esempio come AssoCina, di cui faccio parte. All'inizio era un forum per ragazzi e ragazze con uno stesso percorso di vita, poi sono nate le collaborazioni. Qui a Milano il China Film Festival con Eventi, Living Together con Sant'Egidio, e ora Terre di Mezzo. La visita di sabato 29 sarà l'occasione per fare controinformazione. Ci teniamo, tutti. Titoli come "l'invasione gialla" fanno male».
Per leggere l'intervento di Gianni all'inaugurazione di Genti di Pace-j: http://mondomisto.blogspot.com/2007/12/interventi-dellinaugurazione-di-genti.html
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