mercoledì 1 ottobre 2008

Scuola della Pace a Chinatown

Scuola di convivenza in via Paolo Sarpi: quando i bambini ci insegnano a vivere.

La “Scuola della Pace”è una risposta alle domande sulla convivenza in Paolo Sarpi, quartiere ricco di diversità e per questo di risorse. Qui infatti bambini italiani e cinesi lavorano insieme sui temi della non violenza, della lotta alla povertà e sul valore del dialogo fra culture diverse.

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2 commenti:

redazione ha detto...

TESTO SCRITTO DA VIRGINIA

Molti quartieri di Milano danno la sensazione a chi ci arriva di aver cambiato città: uno è quello di Paolo Sarpi, dove vi è una grande presenza di negozi all’ingrosso cinesi. Questo quartiere si caratterizza per essere un incrocio fra due culture geograficamente molto lontane l’una dall’altra come quella italiana e quella cinese: un incontro che può essere di grande ricchezza per tutta la città, ma può anche essere fonte di notevoli incomprensioni.

La “Scuola della Pace” ci è arrivata dodici anni fa, quando gli immigrati cinesi non erano ancora così numerosi ed ha accompagnato nel suo dipanarsi la straordinaria storia di questo incontro. Alla “Scuola della Pace” infatti vengono bambini italiani, cinesi e di tutte le nazionalità presenti nel quartiere e vi trovano un luogo accogliente in cui sono accompagnati a conoscere altre culture, ricevono un aiuto scolastico e si informano e lottano su tematiche di interesse internazionale come la pena di morte o l’AIDS in Africa. L’amicizia coi bambini si allarga anche alle rispettive famiglie che vengono aiutate soprattutto nel rapporto con le istituzioni, scuole in primis, che spesso è difficile per chi non parla italiano.

I bambini della Scuola della Pace, in particolare, promuovono, insieme ai bambini di altre Scuole della Pace e del movimento “Il Paese dell’Arcobaleno” della Comunità di Sant’Egidio, iniziative come il “Rigiocattolo”, in cui raccolgono i giocattoli usati, loro e dei loro compagni di scuola, e li rivendono per finanziare il programma DREAM per la lotta all’AIDS in Africa. I bambini dunque da soggetti passivi di azione educativa diventano soggetti attivi capaci di spendersi e di fare, veramente tanto, per gli altri. Alcuni di loro vanno anche a presentare le loro attività in altre scuole.
Le “Scuole della Pace” aiutano i bambini, ma soprattutto gli adulti che stanno loro intorno, ad apprezzare e valorizzare la diversità e lo spendersi per gli altri, rendono protagonisti bambini a volte discriminati e danno loro un riferimento sicuro. Emblematica è stata la riunione fatta con bambini ed adulti del quartiere subito dopo l’orrendo episodio della guerriglia in Paolo Sarpi dell’anno scorso che i bambini hanno sintetizzato con la frase “Mentre fuori si lottava dentro si parlava” . Un luogo insomma di riflessione sulla diversità che aiuta anche i bambini a comprendere meglio la realtà circostante e che dà loro gli strumenti per cambiarla e restituisce a tutti la consapevolezza di avere qualcosa di importante da dare agli altri.
Importante è stata anche l’aprile scorso la festa “Living Together 2007” (http://mondomisto.blogspot.com/2007/11/living-together.html) caratterizzata da esibizioni di vari gruppi artistici italiani, ma soprattutto cinesi, e dalle testimonianze dei bambini del quartiere sulla bellezza della convivenza.
La “Scuola della Pace” è anche luogo di amicizie personali, come quella di Roberta e Han Lin (i nomi sono di fantasia), che dopo essersi scontrate a scuola si sono riincontrate qui e fra giochi e attività hanno scoperto di avere la stessa passione per le Winx e la danza. Le due bambine hanno lavorato insieme per il Rigiocattolo e alla festa “Living Together 2007” le famiglie, che si erano precedentemente conosciute, hanno contribuito insieme facendo conoscere tra loro i rispettivi amici italiani e cinesi.

Living Together i bambini della “Scuola della Pace” lo fanno già.

Anonimo ha detto...

Per saperne di più sulle Scuole della Pace nel mondo: http://www.santegidio.org/it/solidarieta/minori/scuole.htm